Punto G: Mito o Realtà?

Questione punto G: esiste o no?



punto g
Il punto G ha origine dal suo “scopritore”, un ginecologo di origine tedesca di nome Ernst Grafenberg, che nel 1950 lo descrisse come una piccola area particolarmente sensibile tra l’apparato genitale e quello urinario che, se stimolato, provocherebbe nelle donne il massimo piacere sessuale.
Dai suoi studi in poi, numerose sono state le ricerche per individuare in maniera precisa il punto femminile del piacere estremo, sino ad arrivare ad una ricerca del sessuologo italiano Emmanuele Jannini che nel 2008, attraverso l’ecografia transvaginale su un campione di donne, sarebbe riuscito ad individuare il punto G.
Dai suoi studi, pubblicati sul Journal of Sexual Medicine, si evincono addirittura le misure del punto G: lunghezza 8,1 millimetri, larghezza da 3,6 a 1,5 mm, altezza 0,4 mm.
In seguito a queste ricerche sono comparsi numerosi articoli e guide su come individuare il punto G, in che maniera stimolarlo, qual è la miglior posizione per individuarlo e stimolarlo, creando una “caccia al tesoro” nella quale prevalgono l’esasperazione maschile e la frustrazione femminile per il mancato ritrovamento.
Dovremmo concludere che esiste il punto G ma che la sua individuazione sembra una chimera, ma a smentire questa conclusione ci hanno pensato gli studiosi dello Yale New Haven Hospital del Connecticut, i quali, riprendendo oltre 60 anni di studi ed oltre 100 pubblicazioni hanno concluso che non esistono prove tangibili dell’esistenza del punto G.
Ad avallare ulteriormente questa teoria, uno studio del King’s College di Londra che nel 2012 ha sottoposto ad indagini approfondite un campione di 1800 donne, arrivando alla conclusione che il punto G non esiste anatomicamente; esito condiviso ultimamente dal Journal of Sexual Medicine che sostiene: “Misure investigative obiettive non sono riuscite a produrre un’evidenza forte e consistente dell’esistenza di una regione anatomica correlabile al famoso punto G”.
Ad oggi quindi non sembra ancora conclusa la questione dell’esistenza o meno del punto G; per chi comunque non vuole darsi per vinto/a ecco una mappa per individuare il famoso “fagiolo”e ai posteri l’ardua sentenza.